Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/90

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distinte. La prima comincia col banchetto che Cristo ebbe in casa di Lazzaro sei giorni avanti pasqua, e che qui è il giovedí santo. Cristo viene da Gerusalemme; Maria con Maddalena e Marta gli va incontro. Maria prega il figlio di non tornare a Gerusalemme, perché vogliono la sua morte. Cristo risponde dover ubbidire al Padre: pur si conforti, ché niente fará che non lo dica a lei. Alla fine del banchetto Cristo scopre a Maddalena che dee ire a Gerusalemme, dove patirá il supplizio della croce e le raccomanda la madre. Cristo esce. Sopraggiunge Maria, che ha visto il figlio turbato, e la prega a svelarle quello che il figlio le ha detto. Maddalena tace. E la madre va a Cristo tutta in lagrime, e dice:

Dimilo, figlio, dimilo a mi, perché stai tanto afannato?

Amara mi, piena de suspiri, perché a mi lo hai celiato?

De gran dolore se spezzano le vene, e de la doglia, figlio, me esse el fiato; ché te amo, figlio, con perfecto core: dimelo a mi, o dolce Segnore.

Cristo dice che pel riscatto del mondo dee ire a morte, e Maria sviene. Tornata in sé e lamentandosi, raccomanda il figlio a Giuda, che risponde in modo equivoco : — So quello che ho a fare. — Poi si volge a Pietro, che promette difendere il figlio contro tutto il mondo. Giunti a una porta della cittá. Maria non vuol separarsi dal figlio; ma quando non lo vede piú e sa che per un’altra porta è entrato in Gerusalemme, fa pietosi lamenti innanzi al popolo:

O figlio mio tanto amoroso, o figlio mio, due se’ tu andato?

O figlio mio tuto gracioso, per quale porta se’ tu intrato?

O figlio mio assai deletoso, tu sei partito tanto sconsolato!

Ditime, donne, per amore de Dio, dov’ è andato lo figlio mio?