Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/92

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1298. Nella Pentecoste e ne’ tre seguenti giorni il capitolo di questa cittá, in presenza del vescovo e del patriarca di Aquileia, diede questa serie di rappresentazioni : la creazione di Adamo ed Èva, la profezia o l’annunzio, la nascita, morte e risurrezione di Cristo, la discesa dello Spirito santo, l’anticristo, e la venuta di Cristo nel giudizio universale. Era tutta l’epopea biblica, fatta evidente e sensibile dalla musica, dal canto, dalle scene, dalla mimica e dalla parola. Tale era pure la Passione, rappresentata a Roma nel Coliseo il venerdí santo, dalla Compagnia del gonfalone, nel 1264.

Queste rappresentazioni, di cui i preti erano attori e attrici, aveano tutto il carattere di solennitá o feste o cerimonie religiose. Il diavolo vi ha pure la sua parte di tentatore, ma parla in modo serio e semplice, secondo la sua natura, e non ha niente di grottesco e di ridicolo. Chiuse nel recinto delle chiese, de’ conventi e delle curie vescovili, rimangono tradizionali e immobili, senza sviluppo artistico, come anche oggi si vedon in parte nelle feste del contado.

La moralitá di queste rappresentazioni era che il fine dell’uomo è nell’altra vita o, come si diceva, è la salvazione dell’anima; che per conseguire questo fine si ha a imitare Cristo, soffrire in questo mondo per godere nell’altro. Perciò l’ ideale, l’eroico o, come si diceva, la «perfezione della vita» era il dispregio de’ beni di questo mondo, la resistenza a tutte le inclinazioni naturali e il vivere in ispirito nell’altro mondo con la contemplazione e la preghiera. Questa è la vita de’ santi, della quale si dava anche rappresentazione a’ fedeli. E tra le piú antiche è una ancora inedita, che ha per titolo : D’uno monaco che andò a servizio di Dio, probabilmente recitata a monaci da monaci in un convento. L’eroe è questo monaco, un giovinetto che resiste alle lacrime della madre, alle querele del padre, alle tentazioni del compare, e si rende frate nel deserto, dove è accolto come figlio da un romito. Ma ivi prove piú dure l’attendono. Mentre egli va a raccogliere per il pasto radici, frutta, castagne e noci, il romito prega e, mosso da curiositá, chiede a Dio qual luogo spetti al suo novizio in paradiso; e un angiolo risponde