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8 | storia della letteratura italiana |
— Capisco — dice Cintio. — La poca esperienza che hai del mondo ti fa parlare cosi. Ma non credi tu dunque che e’ possa scongiurare gli spiriti? — E Temolo risponde:
Di questi spirti, a dirvi il ver, pochissimo per me ne crederei; ma li grandi uomini, e principi e prelati, che vi credono, fanno col loro esempio ch’io, vilissimo fante, vi credo ancora. |
Questo tratto è stupendo d’ironia: è il popolano ignorante che col suo naturale buon senso si prende spasso de’grandi uomini. Bella situazione drammatica è dove Nibbio, viste le reti tese a Cintio, a Massimo e a Camillo, il piú ricco, domanda al negromante:}}
Delle tre starne che in piè avete, ditemi qual mangiarete? Astrologo Vedraimi ir beccandole ad una ad una, ed attaccarmi in ultimo alla piú grassa, e tutta divorarmela. Nibbio Eccoven’una, e la miglior: mettetevi, se avete fame, a piacer vostro a tavola. Astrologo Chi è? Camillo? Nibbio Si Astrologo
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E questo Nibbio, quando vede scoperte le magagne dell’astrologo, egli, suo servo, confidente e mezzano, gli dá il calcio