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218 storia della letteratura italiana


accademie, indipendente dalla teologia cattolica o riformista, o piuttosto in opposizione mascherata alla teologia e all’aristotelismo dominante ancora nelle scuole. I liberi pensatori eran detti «filosofi moderni» o i «nuovi filosofi», come predicatori di nuove dottrine; e vedemmo come il Tasso nella sua giovinezza soggiacque alla loro autoritá. Tra questi nuovi filosofi, che proclamavano l’autonomia della ragione e la sua indipendenza da ogni autoritá di teologo e di filosofo, disputando soprattutto contro Aristotele, era Bernardino Telesio, dell’accademia cosentina, nel quale è giá spiccata la tendenza all’ investigazione de’ fatti naturali e al libero filosofare, lasciate da parte le astrazioni e le forme scolastiche. Tra questi «uomini nuovi», come li chiama Bacone, ebbe qualche fama il Patrizi e Mario Nizzoli da Modena, che combattè ugualmente Aristotele e Platone, fuggi il gergo scolastico e fu detto dal Leibniz «exemplum dictionis philosophiae reformatae». Gli uomini nuovi chiamavano «pedanti» gli avversari, e, come portavano i tempi, alternavano le villanie con gli argomenti. Il carattere di questo nuovo filosofare era l’indipendenza della filosofia dirimpetto la fede e l’autoritá, il metodo sperimentale e la riabilitazione della materia o della natura, risecato dalla investigazione tutto ciò che è soprannaturale e materia di fede. Filosofia e letteratura andavano di pari passo: il Machiavelli e l’Ariosto s’incontravano sullo stesso terreno, ciascuno co’ suoi mezzi. L’ironia dell’Ariosto ha il suo comento nella logica del Machiavelli. Come negazione, la nuova filosofia era troppo radicale, perché non solo negava il papato, ma il cattolicismo; e non solo il cattolicismo, ma il cristianesimo; e non solo il cristianesimo, ma l’altro mondo; e non solo l’altro mondo, ma Dio stesso. Non è che queste cose apertamente si negassero; anzi il linguaggio era pieno di cautele e di ossequi, maestro il Machiavelli: ma co’ piú umili inchini le mettevano da parte, come materia di fede, e vi sostituivano la «natura», il «mondo», la «forza delle cose», la «patria», la «gloria» : altri elementi ed altri fini. Era in fondo l’umanismo e il naturalismo, appoggiato alla ragione e all’esperienza, che prendeva il suo posto nel mondo. Questo grande movimento dello