Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/401

Da Wikisource.

xx - la nuova letteratura 395


i moti di Spagna, di Napoli, di Torino, di Parigi, delle Romagne; Grecia e Belgio conquistavano la loro autonomia. Il sentimento nazionale si svegliava insieme col sentimento liberale. E il secolo decimottavo ripigliava il suo cammino co’ suoi dritti individuali, co’ suoi principi d’eguaglianza, con la sua «carta» dell’Ottantanove. I principi legittimi caddero. La monarchia per vivere si trasformò, si ammodernò, prese abiti borghesi, divise il suo potere con le classi colte. E soddisfatta la borghesia, soddisfatti tutti. Il terzo stato era niente; il terzo stato fu tutto.

Su questo compromesso visse l’Europa lunghi anni. Le istituzioni costituzionali si allargarono. Il censo e la capacitá apersero la via a’ piú alti uffici, rotte tutte le barriere artificiali. Continuò la guerra piú aspra al feudalismo, alla manomorta, a’ privilegi. La borghesia trovò largo pascolo alla sua attivitá e alla sua ambizione ne’ parlamenti, ne’ consigli comunali e provinciali, nella guardia nazionale, nel giuri, nelle accademie, nelle scuole, sottratte al clero. Le industrie e i commerci si svilupparono; si apersero altre fonti alla ricchezza. Un nuovo nome segnava la nuova potenza venuta su. Non si diceva piú «aristocrazia», si diceva «bancocrazia», alimentata dalla libera concorrenza. Chi aveva piú forza vinceva e dominava, forza di censo, d’ingegno e di lavoro. L’attivitá intellettuale, stimolata in tutti i versi, fra tanta pubblica prosperitá faceva miracoli. All’ombra della pace e della libertá fiorivano le scienze e le lettere. Anche dove gli ordini costituzionali non poterono vincere, come in Italia, la reazione allentò i suoi freni, la borghesia ebbe una parte piú larga alle pubbliche facende, e vi s’introdusse un modo di vivere meno incivile. A poco a poco il vecchio si accostumava a vivere accanto al nuovo; il dritto divino e la volontá del popolo si associavano nelle leggi e negli scritti, formola del compromesso sul quale riposava il nuovo edificio; e venne tempo che una conciliazione parve possibile non solo fra il monarcato e il popolo, ma fra il papato e la libertá.

Adunque, sedati i primi bollori, quel movimento, che aveva aria di reazione, era in fondo la stessa Rivoluzione, che, ammaestrata dalla esperienza, moderava e disciplinava se stessa.