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414 storia della letteratura italiana


nuova letteratura sorta col Parini, e rimaneva nelle sue forme e ne’ suoi colori prettamente italiano.

In effetti i punti sostanziali di questo romanticismo concordano col movimento iniziato nel secolo scorso, e non è maraviglia che la lotta, continuata con tanto furore e con tanta confusione, fini nella piena indifferenza del popolo italiano, che riconosceva se stesso nelle due schiere. Volevano i romantici che l’Italia lasciasse i temi classici? E giá n’era venuto il fastidio, e avevi l’Ossian, il Saul, la Ricciarda, il Bardo della selva nera. Volevano che i personaggi fossero presi dal vero e che le forme fossero semplici e naturali? Ed ecco lá Goldoni, che predicava il medesimo. Spregiavano la vuota forma? E sotto questa bandiera avevano militato Parini, Alfieri e Foscolo; e appunto la risurrezione del contenuto, la ristorazione della coscienza era il carattere della nuova letteratura. Cosa erano le tre unitá e la mitologia, pomo della discordia, se non quistioni accessorie nella stessa famiglia? Fino un concetto del mondo meno assoluto e rigido, umano e anco religioso, intravedevi ne’ Sepolcri di Foscolo e d’Ippolito Pindemonte. Adunque la scuola romantica, se per il suo nome, per le sue relazioni, pe’ suoi studi e per le sue impressioni si legava a tradizioni tedesche e a mode francesi, rimase nel fondo scuola italiana per il suo accento, le sue aspirazioni, le sue forme, i suoi motivi; anzi fu la stessa scuola del secolo andato, che, dopo le grandi illusioni e i grandi disinganni, ritornava a’ suoi principi, alla naturalezza di Goldoni e alla temperanza di Parini. Erano di quella scuola piú i romantici, i quali avevano aria di combatterla, che i classici, suoi eredi di nome, ma eredi degeneri, appo i quali la sua vitalitá si mostrava esaurita nella pomposa vacuitá di Monti e nel purismo rettorico di Pietro Giordani. La scuola andava visibilmente declinando sotto il regno d’Italia e, non avendo piú novitá di contenuto, si girava in se stessa, divenuta sotto nome di «purismo» un gioco di frasi, intenta alla puritá del Trecento e all’eleganza del Cinquecento. Ritornavano in voga i grammatici, i linguisti e i retori; ripullulava sotto altro nome l’Arcadia e l’accademia. Cosi fu possibile la Storia americana