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xx - la nuova letteratura 423


d’idee e di sentimenti troppo uniforme e generale, subordinato a’ suoi fini politici, assiste ora al disfacimento di tutto quel sistema teologico-metafisico-politico, che ha dato quello che le potea dare. L’ontologia con le sue brillanti sintesi avea soverchiate le tendenze positive del secolo. Ora è visibilmente esaurita, ripete se stessa, diviene accademica, perché accademia e Arcadia è la forma ultima delle dottrine stazionarie. Vedete Cousin col suo ecletismo dottrinario. Vedete il Prati in Satana e le Grazie e nell’Armando. Vedete la Storia universale di Cesare Cantú. Erede dell’ontologia è la critica, nata con essa, non ancor libera di elementi fantastici e dominatici attinti nel suo seno, come si vede in Proudhon, in Renan, in Ferrari, ma con visibile tendenza meno a porre e a dimostrare che a investigare. La paziente e modesta monografia prende il posto delle sintesi filosofiche e letterarie. I sistemi sono sospetti, le leggi sono accolte con diffidenza, i principi piú inconcussi sono messi nel crogiuolo, niente si ammette piú che non esca da una serie di fatti accertati. Accertare un fatto desta piú interesse che stabilire una legge. Le idee, i motti, le formole, che un giorno destavano tante lotte e tante passioni, sono un repertorio di convenzione, non rispondente piú allo stato reale dello spirito. C’è passato sopra Giacomo Leopardi. Diresti che, proprio appunto quando s’è formata l’Italia, si sia sformato il mondo intellettuale e politico da cui è nata. Parrebbe una dissoluzione, se non si disegnasse in modo vago ancora, ma visibile, un nuovo orizzonte. Una forza instancabile ci sospinge, e, appena quietate certe aspirazioni, si affacciano le altre.

L’Italia è stata finora avviluppata come di una sfera brillante, la sfera della libertá e della nazionalitá, e ne è nata una filosofia e una letteratura, la quale ha la sua leva fuori di lei, ancorché intorno a lei. Ora si dee guardare in seno, dee cercare se stessa: la sfera dee svilupparsi e concretarsi come sua vita interiore. L’ipocrisia religiosa, la prevalenza delle necessitá politiche, le abitudini accademiche, i lunghi ozi, le reminiscenze d’una servitú e abbiezione di parecchi secoli, gl’impulsi estranei soprapposti al suo libero sviluppo, hanno creata una coscienza