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storia della letteratura italiana |
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p. 401: l’elogio del naso, la Nasea, del Caro, è in prosa: il Casa cantò burlescamente il forno, il bacio, la stizza, il martel d’amore, ecc.; ma la «gelosia» fece argomento di un grave sonetto. — p. 402: «Adriano sesto spagnuolo»: ho corretto: «fiammingo». — p. 407: il «decamerone», che il Molza si proponeva di scrivere, non andò oltre quattro novelle. — p. 413: le novelle del Morlino non sono ottanta, ma ottantuno. — p. 418: Simone Porta e Simone Porzio: erano un duplicato per iscorsa di penna, e io ho tolto uno dei due.— Vol, II, p. 2: Ariosto, nato nello stesso anno che Michelangelo, il 1474: la data di nascita di Michelangelo è il 1474, secondo il computo fiorentino ab incarnatione; il 1475, secondo il nostro. — pp. 43-4: l’accenno che guida negli studi al Folengo fosse «un tal Cocaio» è tolta dalla prefazione premessa da Vigaso Cocaio alla sua ediz. delle Maccheronee, «una pappolata che è davvero un impasto d’ inesattezze e d’incongnienze» (Luzio, i. c., p. 366). — p. 46: «la Maccheronea usci in luce nel 1521»: senza tener conto del primo abbozzo, pubblicato nel 1517; «in quattro anni se ne fecero sei edizioni»: calcolo non del tutto esatto. — p. 111: la Storia d’Italia del Guicciardini «si stende dal 1494 al 1532», o, come esattamente soggiunge il De S., fino all’elezione di papa Paolo terzo: ho corretto, dunque, la scorsa di penna in 1534. — p. 113: Le notizie poco esatte sulla madre dell’Aretino sono attinte allo Chasles, Études cit., p. 395; dal quale il De S. prese parecchi particolari, p. e. la descrizione del ritratto dell’Aretino (p. 118: cfr. Chasles, p. 382), che lo Chasles aveva preso a sua volta dal Mazzuchelli. — p. 120: «Giovanni dei Medici... morendo gli disse, ecc.»: veramente si trattò d’una celia: «tosto che mi vidde, cominciò a dirmi che piú fastidio gli dava il pensare ai poltroni che al male, cianciando meco» (Lettere, i, f. 7). — p. 147: il Cellini, morto nel 1570: ho corretto: 1571. — p. 182: «nel 1527, sotto Enrico III di Francia»: errore di stampa; ho corretto: 1577:— Ivi «la parte del Dottore si rese celebre dal Graziano»: «Graziano» era veramente il nome della maschera: l’attore, cui forse qui si allude, si chiamava Luzio Burchiella. — p. 193: il Boccalini, «caduto sotto il pugnale spagnuolo», come
si credeva un tempo: ora si crede che morisse di colica e febbre. — p. 207: Daniello Bartoli «è stato in ogni angolo quasi della terra»: bisogna intendere, non di persona, ma con l’immaginazione. — p. 243: «Parigi bruciava Vanini»: piú esattamente «Tolosa». — Ivi: «i loro carnefici li dissero atei»: è vero del Vanini, non del Bruno. — p. 252: il Newton nacque non nel 1642, ma nel 1643: altra varietá derivante dal modo di calcolare l’anno. — p. 222: pel Bruno, il De S. non aveva notizia della Vita che di lui pubblicò nel 1868 il Berti: onde qualche lieve inesattezza (il Bruno nacque nel 1548; prima di recarsi a Ginevra, soggiornò alcuni mesi a Genova e a Venezia; si recò prima a Lione e poi a Tolosa; prima del Candelaio — sebbene nello stesso anno — aveva pubblicato il De umbris; ecc.). — p. 234: il sonetto: «Poi che spiegate ho Tali al bel desio» nella prima edizione era dal De S. attribuito al Bruno, conforme alla credenza allora comune; nella seconda, lascia in