Pagina:De gli horologi solari-1638.pdf/12

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2 PROEMIO.

[Mar. ll.4. ad Eupl.]la natura, alle fatiche, al riposo, e simili; e meglio c’introduce alla conoscenza del suo corso, che d’hora in hora, come d’onda in onda, con successiva velocità fugge con insensibile sollecitudine; indi con apprensione debitamente cauta n’insegna, quanto minuto risparmio dovrebbe farsene, e quanto avaramente spendere l’usufrutto di questo unico [Seneca.]patrimonio della natura assegnatone in sì fugace possesso: Questa consideratione, che n’ammonisce dell’inavertenza nostra, ha fatto, che in quei luoghi dove è comertio di negotij importanti, e dove la cupidigia è madre d’occupationi inquiete; si siano non pure ingegnati di spartire anco le notti in dodici hore temporali, si come gran tempo prima Mercurio Trimegisto ordinato havea, che si facessero i giorni, mosso dall’essempio di certo animale dedicato a Serapide in Egitto, il quale in tempi uguali ogni dì orinava dodici volte; e studiatosi di ridurre quest’hore, ch’erano hor lunghe, hor brevi, secondo le varietà delle stagioni, tutte pari, col regolato moto d’ogni quindici gradi dell’Equinottiale, che


perciò