Pagina:Decio Albini - La spedizione di Sapri, Tip. delle Terme diocleziane di G. Balbi, Roma 1891.djvu/15

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come, il quando. Non assegnato da noi il dì certo fatale, inalterabile, non concertato il primo nucleo, ecc., ecc.».

Manifestava ancora Giacinto Albini che una sola provincia non doveva iniziare, doverlo fare due o tre. Il moto di una sola esser noto prima al Governo che vi avrebbe frapposti ostacoli. Bisognava colpirlo nel sonno, impadronirsi dei capoluoghi di provincia, facile il resto. Impossibile che da Basilicata si recassero ad Auletta sulle strade rotabili, fuori delle loro montagne, fortezze naturali. Mancare il tempo per farlo. Ove il moto dovesse succedere così precipitoso, gli insorti appoggiassero sulla sua provincia, egli avere organizzato un drappello a cavallo. Diceva però l’Albini che il Salese aveva sparsa nel partito la notizia che il 13 di Giugno sarebbe avvenuto uno sbarco nel Cilento. «Se ciò è vero, aggiungeva egli, sarebbero eliminate le difficoltà suddette. Innanzi a quel fatto tutto cederebbe. In tal caso, non volere se non i Capi militari, i proclami, le circolari, poi otto giorni di tempo e la sommossa essere all’ordine»1.

E De Monte, a commento di questa lettera, dice: — Avveniva purtroppo ciò che il Comitato, temeva ed aveva fin dal principio dichiarato che non volendosi seguire il suo sistema, ma invece mettere in pratica l’altro del colpo di mano e di sorpresa, gli animi diffidenti della riuscita non corrispondessero e se da un lato le lettere dell’Albini sono pruova del suo caldo amor patrio e della sua avvedutezza, dall’altro son chiaro segno di non essersi il Comitato ingannato, quando affermava che un moto isolato non sarebbe stato seguito e che i soli accordi ed apparecchi bene intrecciati da vari scoppi d’insurrezione avrebbero apprestata la possibilità dell’operare; difatti la provincia meglio organizzata (cioè la Basilicata) a fronte dell’iniziativa da prendere nella insurrezione pure retrocedeva ed esitava. —

Le idee di Londra e di Genova prevalsero su quelle, che difendevano i Comitati di Napoli e di Basilicata, i quali furono costretti a subirle.

Dopo molti tentennamenti Pisacane fissò definitivamente

  1. Lettera dei 29 di Maggio. Albini a Fanelli.