Pagina:Decio Albini - La spedizione di Sapri, Tip. delle Terme diocleziane di G. Balbi, Roma 1891.djvu/7

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L’esortazione che Foscolo rivolse ai suoi contemporanei, chiamandoli alle storie, potrebbe oggi ripetersi non meno opportunamente a proposito di quell’epica spedizione, che segna una data sacra nell’epopea nazionale e che fu santificata dal sangue di Pisacane e Falcone e dal valore di Giovanni Nicotera.

Non pochi particolari di quell’impresa, che ebbe a Sanza un fatale epilogo, richieggono tuttora nuova luce di testimonianze e di indagini.

Non sarebbe lavoro vano ricercare e coordinare con sereno animo tutti i documenti, inediti o poco noti, che, illustrando la spedizione di Sapri in rapporto alla provincia di Basilicata, contribuissero a rendere più luminosa la tradizione del patriottismo lucano con una più dettagliata conoscenza dei fatti storici.

La Basilicata — per la sua posizione topografica, per la naturale fusione nei suoi abitanti della rude indole latina col geniale sentimento ellenico e per la feracità di nobili intelletti — ha in ogni tempo affermato il suo odio contro il dispotismo e dato un forte contributo per l’unificazione e l’indipendenza della nazione. Essa era preparata ad una estesa ed energica insurrezione quando Carlo Pisacane con prometea ribellione, muovendo per Sapri, esclamava: — «Io porto sulla bandiera quanti affetti e quante speranze ha con sè la rivoluzione italiana».

Non mi è qui consentito dilungarmi intorno a quel lavoro di preparazione, nel quale, specialmente dal ’48 in poi, si