Pagina:Del Sistema in Genere.pdf/14

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principio del Fatto. Invero l’assoluta intellezione è per noi buja, siccome superiore alle categorie della mente; e chiareggia in quanto ch’è principio e cagion delle categorie medesime, e in quanto che perentro del Fatto traspare. Il Fare puro, perciocchè appunto è tutto vegghiante, non asconde alcuna pigra e quasi dormiente potenza, perciò è anco puro atto. Per lo Stagirita potenza, atto, moto, si rattrovano eternamente allato al puro motore, e codesta molteplicità malamente s’aduna insieme: per noi essi son termini del Fare, e in quello s’adunano, son Fatto, e hanno cominciamento. La connata e viva desianza della natura verso al puro atto per noi si chiarisce per ciò che il Fatto tende a divenir Fare; e vi tende perciocchè lo effetto, anelando ad assimigliarsi alla causa, cerca come effetto di svanire. E in codesta volontà che ha il Fatto d’immedesimarsi col Fare è appunto il moto secondo mia opinione. Il quale non comincia, secondo Aristotile, poi che gli pare presupponga il moto medesimo, e dica contro a sè: al contrario, secondo noi, bisogna che incominci, se esso è una fatta immagine del puro Fare. Alla triade sua, dunque, di mosso, mosso e movente, e puro movente, contrapponghiamo in vece quella di Fatto, di Fatto ch’è Fare, e di puro Fare. E il moto mostreremo essere principio di categorie, com’ha provato Trendelenburg che ha rinnovellato e ringiovanito la dottrina d’Aristotile, e che nominiamo insin da ora con venerazione e amore di discepolo: però ci pare che si debba volgere a miglior sentenza ch’ei non tenne. Ora basti questo adombramento del sistema in particolare, e torniamo in fretta là, d’onde sviammo, al sistema in genere.

Il Fatto, avendo concreato e virtuoso desiderio di