Pagina:Del Sistema in Genere.pdf/23

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tone 1 disse, che gl’Iddii giammai hanno fatto nè faranno giammai un più gran dono alla generazione mortale. Però da prima è da porre mente che la detta varietà non è così grande come pare, stante che i sistemi nuovi e originali son pochi, e che i più non son che questi medesimi in parte trasformati. E, inoltre, si badi che v’ha due spezie di varietà; e l’una non dice contro al vero, l’altra sì. La prima discende da ciò che la ragione, che è quella per la quale tutti intravvedono nella essenza dell’universo, avvegnachè nelle sue forme e leggi sia per tutti medesima, tuttavia è in ciascuno individuata con vivezza dal sentimento ch’è e la stessa internità del suggetto; onde la vista dell’universo è generale e comune a tutti, ed è propria a ciascuno, ritraendo la unità del genere ed insieme la molteplicità delle individuazioni. Anzi è a notare che la generalità e individualità apparisce come gemina virtù dentro il pensiero medesimo, il quale s’invera nel loro buono componimento. E per fermo come per la vita havvi lotta incessante, ed è quella tra la natura esteriore che cerca l’organamento a sè assimilare, e l’organamento che vuole alla sua volta assimilare quella a sè; così pure v’ha lotta per il pensiero, conciossiachè quel ch’è individuale cerchi di comprendere in sè tutto il generale, e questo cerchi dentro di sè quello fare vanire. In codesta lotta si tentano l’un l’altro; imperciocchè il pensiero individuo fa di scuoprire se quello che è riputato pensiero generico sia piuttosto da dire comune, e questo guarda

  1. Vedi il mio volgariz. del Parmenide e del Timeo, pagina 113.