Pagina:Del Sistema in Genere.pdf/26

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badi che, come individuo e genere vivono solo in quanto che si consustanziano in uno, per tanto la generalità della ragione senza la polpa e l’ossa del sentimento e della immaginativa è ombra e non cosa; e, viceversa, la individualità sua non ispirata dalla generalità, la intuizione sensitiva non purificata ed ischiarata dalla intuizione dell’intelletto è come morta e grave materia. Onde i sistemi nuvolosi per troppa generalità, o per la soverchia individualità affatto terrestri, cioè i sistemi che inchinano a trattare il Fare o il Fatto separatamente, non colgono nella verace realità dell’universo, bensì nelle apparenze di quello, grossolane, o raffinate e ridotte a ombre d’idee da una ragione che, astraendo, togliere può la vita ma non già resuscitarla. Onde vero è che la filosofia dee essere in qualche modo artistica, dovendo ella ritrarre la intuizione del generale e del particolare, del Fare e del Fatto nella vita e nella bellezza del loro intimo sposamento. E tutti i sistemi sono conseguentemente razionali o in modo compiuto o incompiuto, secondochè la ragione donneggia nella integrità sua, o vero sovrasta in una parte e sottogiace da un’altra; e gli uni cogliendo dentro la realità si convertono in quelli che si domandano reali, gli altri spargendosi fuori per le apparenze possono pigliar nome di fenomenali, dando, come ognun vede, a tutti questi vocaboli il significato più facile e che ad essi è più proprio. Ma è da badare che per la debilità della potenza ragionativa soventi volte, negligendo ciò ch’è reale, ci soffermiamo nelle apparenze, trattando l’ombre come cosa salda. E c’incontra spesso che drizziamo ferventemente la vista in certi primi veri, lucentissimi; ma, quando