Pagina:Del Sistema in Genere.pdf/28

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te 1. E l’istesso dice in un altro luogo che la filosofia è in Dio per modo perfetto e vero, quasi per eterno matrimonio: nell’altre intelligenzie, è per modo minore, quasi come donna dalla quale nella amatore prende compiuta gioja ma nel suo aspetto contentane sua vaghezza 2.

Nasce ora spontaneamente desiderio di sapere qual’è il giudicatorio della veracità de’ sistemi. Per ordinario ogni filosofo reputa per vero il suo; tanto la propria carità ne inganna. V’ha, egli è vero, alcuni, pe’ quali tutti i sistemi son veri come momenti d’un sistema assoluto; però, se tu riguardi bene, vedrai ch’essi sono dispogliati della loro viva individualità, e sono ridotti a nozioni generalissime e magrissime, cioè non son più sistemi, imperciocchè la propria essenza di quelli consista nel loro speciale organamento. Ciascun filosofo, per ordinario, reputa quel sistema essere più ragguardevole, nel quale riconobbe il principio ed il seme delle opinioni sue: e se egli è tratto a particolareggiare il suo giudizio, esalta maggiormente la parte dove si cela cotale principio e fa da quella discendere la reputazione dell’autore. Hegel tiene Eraclito in concetto grandissimo (avvegnachè l’Eraclito suo sia quello ringentilito da Platone e Aristotile), per ciò che colui pone per principio l’assoluto diventare; e dice in proposito di esso: Qui vediamo terra; non v’ha proposizione alcuna d’Eraclito ch’io non abbi accolta nella mia logica 3. Herbart loda gli Eleati, chiamandoli i pensatori migliori per aver essi appu-

  1. Con. Trat. III, cap. XI.
  2. Con. Trat. III, cap. XII.
  3. Hegel. Geschichte der Phil. Vol. 1, p. 328, Berlino, 1833.