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ne sia il fondamento del non essere del fenomeno, e che per contrario l’idea sia il fondamento dell’essere di quello; e afferma che il fenomeno è l’ombra o la spezzata immagine dell’idea, anzi ch’è l’idea istessa una e immutevole, disfigurata in multipla e divenente 1: altri crede che la materia di Platone non sia schietto nulla, e che il fenomeno non sia già l’idea disfigurata, bensì il portatore della sua simiglianza. Il vero Iddio di Platone, dice Hegel, non è l’Iddio generante «questo è una parola,» bensì il mondo o l’Iddio generato; nel modo simile che pel nostro chiarissimo Spaventa il vero creatore nel sistema di Gioberti non è o non dev’essere l’Ente, bensì lo spirito che lo ripensa. Le idee platoniche Herbart trae in una sentenza sua propria, dicendo ch’elle sono le assolute qualità delle cose, contrapponendole all’assoluto essere degli Eleati 2: per il Kantiano Tennemann elle sono pensieri nell’intelletto di Dio. Proprio a guardare cotanta diversità ne’ giudizî intorno a’ sistemi e nella interpretazione di quelli; e, poi, a vedere con qual forza di convinimento codesti giudizî medesimi si sostengano e, quello ch’è più notabile, come soventi volte nel sostenerli gli animi si riscaldino e malamente trasmodino; il cuore ti si stringe forte e ti viene alla mente quel

Non è il mondan rumore altro che un fiato
     Di vento, che or vien quinci ed or vien quindi,
     E muta nome, perchè muta lato.

Esco quel che da me ne penso: avanti che persona prenda a dar giudizio d’un sistema, fa mestieri che lo

  1. Die Philosophie der Griechen. Parte II, p. 457-474. Tubingen, 1859.
  2. Lehrbuch zur Ein. in die Phil. p. 242.