Pagina:Del Sistema in Genere.pdf/32

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sono conciliabili? e quale dee essere interpretata in modo da umiliarsi all’altra? Si guardi attorno a quale di esse due si rigirano tutte le altre dottrine, formando quasi unico e vivo universo, e la risposta non pare che debba essere malagevole. E quando vuoi giudicare un sistema, tu dei fare per forma che non sia tu che proferisca il giudizio, bensì sia esso medesimo; conciossiachè avendo egli un veemente e connato desiderio di essere un vivo universo d’idee, quando al detto desiderio ha satisfato in buona parte, da sè ti dà la novella ch’è nel vero: se poi no, no.

È vano poi quel giudizio che tu dai d’un sistema mediante un altro, vuoi che l’abbia in mente con lucidezza, vuoi che l'abbi in ombra, come incontra quando alle idee assegni un significato diverso da quello che ad esse è dato dal sistema che tu esamini. Se contro ad Hegel tu di’ quelle vecchie ma bonissime sentenze, cioè il necessario non essere contingente, l’infinito non essere finito e via via, tu perdi la voce e il tempo, perciocchè le mentovate idee abbiano nel sistema di lui un altro valore. Così dunque, a questo modo, mala via si tiene: meglio è, per addurre l’istesso esempio, ormeggia-

    tino, professore nell’Università di Bologna, in un libro molto virtuoso, intitolato Saggio storico sulla filosofia greca. Noi fummo compagni di giovinezza, e per qualche tempo tenemmo le stesse vie. Ora egli con la mente s’è volto a nuovo pensiero; ma non ci siamo lasciati col cuore. Qualunque via prenda, io fo festa vedendo chiaramente ch’ei per la fecondità e forza dell’ingegno è deputato a essere continuatore in filosofia delle antiche e recenti glorie della mia vergine e silvosa Calabria.