Pagina:Del Sistema in Genere.pdf/33

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re le sue tracce, e contemplar l’edifizio suo, ch’è stupendissimo, non da fuori ma da dentro. Per mo’ di pruova, l’Hegel vuol che l’universo si generi dialetticamente nel puro etere del pensiero: ebbene, tu osserva attento il sublime travaglio di questo nuovo e portentoso Prometeo che vuole rapire all’Olimpo il più occulto foco della scienza. Cominciano dal suo primo, ch’è il pensare puro, che per anco non è nè suggetto nè obbietto. Noi modestamente domandiamo: che è il pensare puro? Si risponde: non è che tutta la seguenza de’ suoi predicati, insino all’ultimo che tutti li aduna, ch’è lo Spirito, lo Assoluto. Il dialettico svolgimento di tutti i predicati, che sono tutti momenti dello Assoluto, compone il sistema, che è perciò una costruzione dell’Assoluto medesimo. Dunque tutto quanto il sistema è come la definizione del pensare: è il dispiegamento di quello che esso in sè contiene.

Or dich’io: il pensare puro è dunque come voto, e allora è veramente pieno di significato, quando da vero s’è pensato e ha veduto tutto quel che contiene; ed esso vede il contenuto suo nell’atto stesso che lo genera dialetticamente, e lo genera nell’atto che lo vede. Dunque il pensare puro per sè è incognita e vana cosa, il cui valore si comincia a determinare per la sua prima genitura, ch’è una categoria o vero un suo generale predicato; e questo è l’essere. Che è il pensare? è essere. Però anco codesto essere, se non ha significato, è parola vacua. Bisogna che tu mi di’. L’essere è la nozione più indeterminata, più astratta, più semplice, più elementare: è il pensare nello stato di non ispiegamento; è il pensare che semplicemente si pone e via via; or