Pagina:Del danno che avverrebbe allo Stato Pontificio.djvu/6

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della livornese, anzi di un’altro vastissimo porto a contatto dell’esistente: in una parola che il porto di Civitavecchia sia da anteporsi a quel di Livorno, egli è un fatto dimostrato con tanta evidenza dal sig. Cialdi e da voi, sicchè non potrebbe la mia debole penna aggiungervi un iota. Ed invano l’ingegnere sig. Giuseppe Bavosi, basandosi macchinalmente sul fatto materiale dello stato di floridezza in cui trovasi il commercio dell’un porto e dell’altro, si decide a niegare al nostro la preferenza: imperciocchè se per le molte ragioni, che qui non è luogo a discutere e fra le quali probabilmente sono pur quelle che a lui insegnò prudenza di non spiegare, il porto di Civitavecchia non profittò degl’immensi suoi vantaggi; non perciò è men vero che questi vantaggi esistano e che, posti a profitto, indurrebbero quella floridezza di commercio che tanto abbaglia il nostro contraddittore, e quella preferenza di fatto ch’egli pur gli niega di dritto. E avrebbe pur dovuto il lodato autore considerare che se quei vantaggi innegabili di megliore posizione geografica ed idrografica sono influenti, come certamente influiscono, al maggior comodo e bene del commercio suscitato e posto in movimento dalle strade ferrate, non v’era ragione per la quale esso (come si dichiara) statista non avesse dovuto dare la preferenza al nostro porto abbenchè inattivo e non paragonabile per rispetto alla floridezza del commercio a quel di Livorno; a meno che egli non volesse considerare le strade ferrate come strumenti inutili e non efficaci a far sorgere le prosperità commerciali anche là dove non esistono affatto; locchè certamente non vorrà sostenere giammai.