Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/119

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Ozio 109


Ed erano brutti e vecchi entrambi! Ma pareva si suggestionassero e si lusingassero con la loro cantilena.

I colombi, i gatti, il porcellino, destarono tranquilli entro la barca reclinata: solo il cagnolino abbaiava protestando. La giornata era calda, quasi estiva: verso mezzogiorno tutti i bambini ed alcuni ragazzi di pescatori che abitavano lungo il molo si riunirono sulla draga ancorata vicino alla banchina, si spogliarono, e prima di buttarsi nell’acqua si misero a giuocare, a lottare, intrecciandosi gli uni con gli altri, agitando i loro corpi magri e scuri, e gridando come dannati; pareva una scena dantesca.

Anche Pasquale, il vecchio pescatore malaticcio, si avanzò fino alla banchina e stette a contemplare la scena. Poi si volse a Barbara e disse:

— Comincia presto l’estate per loro! E dire che stanotte pioverà!

— E come sono svelti! — ella disse con ammirazione. — Mi piacciono tanto.

Allora di dietro la vela della barca che i due pescatori anziani avevano tirato su, sbucò Antoniotto. Era seminudo. Il suo dorso luceva come il bronzo. Egli saltò di barca in barca, passando sulle corde come un saltimbanco, finché arrivò sulla draga, dove cominciò a distribuire pugni e spintoni ai ragazzi più grandi.