Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/123

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Ozio 113


servò il futuro suocero. I due fidanzati scesero poi a passeggiare sul molo. Era una domenica: le barche erano tutte in porto, i pescatori si lavavano, e si radevano la barba, guardandosi a lungo nei loro piccoli specchi primitivi. Qualcuno si pettinava persino le sopracciglia. Anche i pescatori anziani della Maria Anna si lavarono e si cambiarono: Antoniotto non c’era, ma d’un tratto Barbara lo vide uscire come un pazzo dalla casetta del marinaio del porto e mettersi a correre verso di lei, livido in viso, con le mani contratte come artigli.

Ebbe paura, e istintivamente si strinse al fidanzato, come per proteggerlo e per cercar nello stesso tempo difesa.

Il giovane si volse; vide Antoniotto che correva verso di loro, guardandoli con occhi da folle: capì che Barbara aveva paura, e domandò:

— È un pazzo?

Ma quando fu vicino a loro Antoniotto saltò sulla banchina, poi nella sua barca, e andò a nascondersi dietro la vela.

Rientrati in casa, mentre la vecchia serva finiva di apparecchiare la tavola, il fidanzato uscì sul balcone e chiamò Barbara che pareva avesse una certa ripugnanza ad affacciarsi.

Antoniotto seduto sopra un macchio di reti,