Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/131

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Ballòra 121


ultimi di marzo, il Sindaco venne a trovare zio Ballòre, e gli disse:

— Tuo figlio Zoseppe ha oramai quindici anni, non è vero? Che pensi per lui?

— Seguirà i suoi zii, se il Signore non mi farà guarire, — rispose zio Ballore.

— Senti, Predas A’, — riprese il Sindaco, guardandosi attorno, — devo domandarti un piacere. Tu conosci Miale Ghisu; tu sai che egli è uno dei più ricchi proprietari di Nuoro, e possiede terre anche dalle nostre parti. Egli m’ha scritto che verrà qui, in cerca d’un servetto pastore. Perchè non gli dai Zoseppe?

Il malato fece un gesto d’impazienza, poi rispose lentamente:

— I Pintore non sono stati mai servi: poveri sì, ma servi mai....

— Non adirarti, Ballòre Pintò. Se ti ho fatto la proposta, è segno che la credo conveniente per te. Miale Ghisu è un giovane ricco, che potrebbe farti qualche favore.

— Io non ho bisogno di favori.

— Ad ogni modo pensaci bene: stasera tornerò col Ghisu, se arriverà. E dov’è oggi sa bella manna?1 È andata in giro? M’han detto che l’hanno veduta scappare verso le pianure di Ozieri.

  1. La bella grande, la molto bella.