Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/139

Da Wikisource.

Ballòra 129


— E tu, vecchia, avevi gli occhi forati? Non vedevi quello che succedeva in casa tua?

Poi zio Matteu s’avvicinò al letto, ove Baliòra gemeva e vaneggiava. Ella non lo riconobbe ed egli s’allontanò asciugandosi gli occhi con una ciocca della lunga barba.

Il giorno dopo Miale Ghisu, mentre si trovava in una sua tanca, ricevette uno strano messaggio.

“— I fratelli Pintore vogliono sapere se è vero che tu hai promesso amore alla loro figlia e nipote Baliòra. Rispondi subito, se non vuoi ricevere qualche torto„.

Miale non si ricordava più di Baliòra, e avrebbe riso, ricevendo il messaggio, se in quel momento non fosse, stato di cattivo umore. Rispose:

“— Dite ai fratelli Pintore che Miale Ghisu fa quello che gli pare e piace„.

Questa risposta, naturalmente, dispiacque ai Predas Aspras. Zio Matteu diventò furibondo.

— Ma è impossibile che Baliòra abbia avuto relazioni amorose: anzi non è uscita di casa durante tutto l’inverno — osservò zio Ballòre.

— La malattia ha indebolito anche la tua anima, — rispose zio Matteu; — tu sta’ zitto. Le donne sono più agili e sottili dei rettili, e, come le lucertole, sanno passare attraverso i buchi più stretti.