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Il sogno del pastore 137


solchi, hanno raccolto le castagne e le noci nei boschi, e sgranato i fagiuoli violetti tigrati di nero.

La casa è ricca, e la figliuola primogenita, grassa e rossa nel suo stretto costume di orbace, è fidanzata ad un uomo che a sua volta raccoglie molto orzo e frumento.

Tuttavia il maggiore, cioè il capo della famiglia, smarrito nella solitudine della pianura, sogna il giorno in cui sarà tanto ricco da avere un servo che gli custodisca le greggie.

Ah, egli allora non dovrà più perdere i capelli per salvare le sue pecore. S’arrangi il servo, e se una sola pecora va smarrita guai a lui!

Il pastore, allora davvero ricco, se ne starà seduto accanto al focolare, soffiando sul fuoco col suo bastone di sambuco, guardando ogni, tanto entro la pentola, chiacchierando colle sue donne e sputando sulla cenere.

La sua barba sarà bianca e lunga; egli sarà grasso e rosso. Verrà il genero, ed entrambi si metteranno a cantare una gara estemporanea, bevendo ogni tanto vino e acquavite.

Ah, questa sarà la vera vita felice! Ma quanto tempo ancora occorrerà per arrivare alla realtà di questo sogno, quanti Natali ancora da passare lontano dalla famiglia, nella desolazione delle notti della pianura!