Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/10

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4 il fanciullo nascosto


più misterioso e attraente d’un ripostiglio che esisteva nella casa di uno di loro, Paulu, il primogenito del vecchio Bainzone; si diceva che questi teneva là dentro nascosto un tesoro e perciò non dava mai a nessuno la chiave; si diceva poi che chi entrava con un dispiacere ne usciva allegro, e questo era vero perchè c’era del vino forte e una provvista d’acquavite. Tutti i giovani, passando, toccarono il palo del gancio, col quale s’erano esercitati, da ragazzi, fuggevolmente, nei giorni in cui si rimetteva il vino e la porta rimaneva un poco aperta. La luce pioveva da un finestrino alto inferriato spandendo un chiarore argenteo sulle botti nere dalla faccia rossa, allineate come altrettante sorelle. Oltre le botti c’erano grandi orci e brocche, mensole, mucchi di oggetti smessi, scale a piuoli, e in un angolo un tino alto come una torre con sopra un pigiatoio a quattro anse ancora violetto di mosto.

Il primo a parlare, dopo che il vecchio sedette su uno scanno appoggiato al tino, fu Paulu il figlio maggiore, già pure lui anziano, coi capelli grigi. Gli altri si erano disposti qua e là, tutti in piedi però, chi appoggiato