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16 il fanciullo nascosto


Andarono. E lo chiamarono dall’alto del ciglione; poi i più grandicelli e i più svelti scesero. Vi fu un momento di silenzio, durante il quale si udì distintamente giù nella valle l’usignuolo che cantava con tante variazioni che pareva fossero otto usignuoli.

La luna illuminava l’erba di velluto; e il parapetto dello spiazzo della chiesa, sull’alto del ciglione sembrava una montagna, con tutte le teste nere delle donne affacciate sul cielo d’argento. La madre e la cognata si spingevano a guardare dall’interstizio per lo scolo delle acque, in una posizione pericolosa: e aspettavano serie come se davvero i ragazzi dovessero ricondurre su Bainzeddu tenendolo per le braccia.

D’improvviso un uomo arrivò di corsa: si sentiva il suo ansito e qualche cosa battere entro le sue tasche. Si fermò di botto dietro le donne.

— Ebbene? E cos’è stato? Dov’è il ragazzo?

— È stato che è scomparso e non si trova. Antoni Paskà! — disse la madre con rimprovero, pure guardando l’uomo in attesa ch’egli ammiccasse per rassicurarla.