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144 il sigillo d'amore

che ingoiò vivo, poi allungò il collo, piegò la testa da un lato, e con un occhio solo fissò il cielo. E l’occhio, che nella penombra era verde, si rifece azzurro.

Si stette così qualche tempo. Io non osavo accarezzarla perchè ad ogni mio tentativo del genere sbuffava e si rivoltava per beccarmi la mano, ma la guardavo come una cosa straordinaria. E lei, se io stavo ferma, pareva non accorgersi neppure di me: ferma sul mio braccio caldo come sul ramo di un albero fissava il cielo volgendo e rivolgendo la testina in su. E pareva ascoltasse il rumore del vento, forse ricordando il mormorio degli alberi della selva dove era nata.


*


Così cominciò la nostra amicizia segreta. La riportai sul suo bastoncino, e osservai che sopra la credenza c’era un vasetto con dentro della pasta minuta, e un altro vasetto alto pieno d’acqua: immaginai fossero destinati a lei e infatti, nel vedermi a toccarli, essa aprì le ali e si protese in avanti. Mi parve un segno di grande intelligenza; o forse era già un segno di debolezza mia verso di lei. Ad ogni modo