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Viali di Roma 201

vorare, di lottare contro le lunghe interminabili avversità della vita: si vede dal modo come camminano, strascinando i piedi logori, dal modo come pregano, con quella rassegnazione che viene dall’abitudine a tutte le tristezze quotidiane. E forse invidiano la donna morta, che ha finito la sua giornata faticosa, e se ne va tranquilla finalmente, non coi passi delle sue rosicchiate calzature, ma come una signora in carrozza, tirata dai cavalli i cui pennacchi sembrano i meravigliosi fiori neri del giardino della morte.


*


Il crepuscolo intanto si è addensato ma anche rischiarato per uno splendore lontano che viene dall’orizzonte tutto acceso di rosso.

Anche i fanali accanto agli alberi si accendono d’un tratto, come di volontà propria, e una luce fantastica dà colori violetti e gialli ai rami nudi, alle foglie secche e allo sfondo delle mura di là dal viale.

In quest’atmosfera quasi di allucinazione si svolge il terzo funerale: e pare di vederlo in una scena di teatro o su una pagina illustrata a colori di un libro di fiabe.

È il funerale di un bambino.

Adesso non c’è da sbagliarsi; il piccolo carro