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Il vivo 207

dere la mano, senza muoversi e senza staccare gli occhi dal materno viso della natura, per trovare quello che pur materialmente ci è necessario per vivere.

Come la fata trasformata in gobbina per provare il cuore della gente, la sora Maddalena passa ogni tanto in queste stanzette e rimette a posto le cose che le nostre abitudini di disordine scompongono: ed è lei a renderci dolce il ritorno dalle escursioni col farci miracolosamente ritrovare la tavola apparecchiata e il cibo pronto. Peccato che la sua tristezza, sebbene sepolta, guasti l’aria intorno.

Un altro suo difetto era la ripugnanza per le cose superflue.

Un giorno che portai a casa un mazzo di ginestre, invano le domandai un vaso dove metterle. Anzi s’irritò.

— I fiori bisogna lasciarli stare sulla pianta. Non si vedono dalla finestra? Staccati servono solo per i morti.


*


« La mia povera moglie è morta, — scrisse il sor Andrea lo scorso anno, quando si trattò di rinnovare l’affitto della casetta. — È morta il giorno di Pasqua, dopo che tutto l’inverno è stata a letto malata. Per fortuna è venuta