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sonale di servizio, dalla corte paterna. Adelasia non amava questa donna, dall’aspetto maschio e dai piedi enormi; tuttavia la prese con sè nell’esilio volontario nel castello del Goceano, e le affidò la bambina, Elena, nata dalle nozze con Enzio.

Nella nuova dimora ella scelse, per abitarvi, le camere più alte, e fin dal primo giorno s’affacciò alla finestra dalla quale meglio si dominava la strada che dal castello scendeva alle terre del Goceano e si perdeva attraverso le valli del Logudoro.

Aspettava il ritorno di Enzio. E fin dal primo giorno vide alla finestra attigua la testa rossa quadrata di Gulna. Con la piccola bionda Elena fra le braccia, anche Gulna, la serva straniera, aspettava il ritorno del suo signore.


*


La strada, che ai piedi del colle roccioso di Burgos si restringeva quasi in un sentiero, arrampicandosi fra le pietre e i cespugli fino allo spiazzo del castello, era quasi sempre deserta: gli occhi tristi della Regina non cessavano tuttavia di fissarne le lontananze, e se qualche cavaliere vi appariva, il cuore di lei palpitava come quello di una fanciulla al suo primo con-