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— Cambiamo questo stupido I. Mettiamo il P.
— Pulcini, pulcini! — insolentirono i monelli.
— Porchetti.... porchetti....
— Pasque! Pasqueee! Viva! Viva! Arrivato un bastimento carico di Pasque! Viva Pasqua, viva!...
Melchiorre sollevò gli occhi ardenti. Paska era finalmente apparsa, e dritta davanti al fuoco, piccola e snella, con le maniche della camicia rimboccate e le cocche del fazzoletto nero rigettate sulla sommità del capo, cercava con gli occhi un posto ove sedersi.
— Vieni qui, vieni qui, agnella mia, — la invitò il suonatore. — Vieni e siediti al mio fianco.
— Al suo fianco il coltello! — ella rispose; ma la sua voce era così dolce, il suo riso così sonoro, che a Melchiorre parve di sentir davvero un coltello al fianco; e si portò il pugno alle labbra in atto di mordere.
— Cosa mi tiene, cosa mi tiene, anima maledetta, che hai il miele in bocca e in cuore un serpente!...
Ella si guardava sempre attorno sorridendo a tutti con civetteria: il ciuffo