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rare e ridere fra loro, certo per il contegno sconveniente di Paska; e fremeva e a momenti stringeva i pugni fino a conficcarsi le unghie nelle palme delle mani.

Furono lasciati in grembo a Paska i pegni del gioco, e le persone del comitato si disposero in fila.

— Di chi è questo pegno? — ella domandò, sollevando e sventolando un fazzolettino bianco con la cifra rossa.

— È mio, — rispose una voce sottile.

— Vuol riaverlo?

— Sfido, se è mio!...

— Allora bisogna che ella si alzi e vada a dar un bacio al mio padrone.

— Quello puoi farlo tu!

— Brava, bravaaa! — gridarono molte voci; e tutti risero sguaiatamente.

— Bravissima! — pensò anche Melchiorre, ma la sua collera crebbe.

— Se me lo impongono, lo faccio! — rispose Paska arditamente.

— Ma fatelo tutte; si può far benissimo! — esclamò la voce nasale.

— Per penitenza! — rispose il suonatore.

— Che puzza di spirito; via, finiamola! — disse una signora, seccata che si desse