Pagina:Deledda - Il vecchio e i fanciulli, Milano, Treves, 1929.djvu/102

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co spaccava la legna, dava da mangiare alle bestie e spazzava il cortile; poi attingeva l’acqua dal pozzo, e se c’era da fare il pane accendeva il forno e vuotava e impastava in un vasto recipiente di legno la farina lievitata.

La domenica andava alla prima messa, per aver poi il tempo di accudire alle faccende di casa, mentre le sorelle, pur non cessando di pensare ai fidanzati, passavano la mattina a pettinarsi e vestirsi a festa per andare alla messa solenne.

Era poi felice quando cadeva la neve; con una pala l’ammucchiava nel cortile, contro la nicchia del pozzo, elevando una specie di monumento che il gelo marmorizzava e faceva durare tutto l’inverno. Ella ne staccava e mangiava una crosta tutte le volte che usciva nel cortile, o ne formava grosse palle che si divertiva a gettare contro le sorelle, il cavallo, il cane, le povere galline infreddolite. Se non poteva più lanciava i freddi proiettili contro il muro, o ne buttava qualcuno dentro il pozzo, piegandosi a guardare l’agitazione dell’acqua così misteriosamente disturbata.

Una domenica mattina, di ritorno dal-