Pagina:Deledda - Il vecchio e i fanciulli, Milano, Treves, 1929.djvu/194

Da Wikisource.

— 180 —

perchè noi si ride troppo? È la nostra età, la primavera. Anche voi scherzavate come i piccoli agnelli, a sedici anni: ve lo ricordate ancora? Zio Ulpiano mio, — proseguì, piegandosi davanti a lui in atto di preghiera, — se vi domando una grazia, me la concedete? Di lasciar venire con me Francesca alla festa di Sant’Elia?

Il vecchio rispose duro:

— No. Francesca è in lutto.

Allora Luca vide la bella fanciulla sollevarsi rispettosa e tornare da Francesca: e Francesca d’un tratto farsi triste: per il rifiuto del nonno, o per altra ragione?

Invano la compagna cercava di stuzzicarla ancora; d’improvviso anche lei s’immelanconì. Sedute all’ombra del sovero aspettavano che il sole calasse, per ripartire; e non scherzavano, anzi sembrava che non avrebbero scherzato mai più in vita loro.

Era l’ora del riposo meridiano. Il sole, in mezzo al cielo abbagliante, pareva si fosse fermato per dominare e possedere meglio la terra stordita dal suo splendore; l’erba luccicava d’oro, il verde degli alberi si scioglieva nell’in-