Pagina:Deledda - Il vecchio e i fanciulli, Milano, Treves, 1929.djvu/222

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come i cuori d’argento che si depongono ai piedi della Madonna.

Si guardò attorno e ricordò che col sughero, che è la scorza flessibile del sovero, si possono fare tante cose mirabili: persino scarpette e fazzolettini ricamati. Prese dunque il coltello affilato che serviva a squartare gli agnelli, e intagliò e fece schizzare a pezzi la prima ruvida e grigia corteccia dell’albero che aveva sentito la canzone d’amore di Francesca: sotto apparve il sughero, sanguinante come una carne scorticata. Egli ne tolse un quadratino, e sul tronco ripose la corteccia staccata, come a coprire una ferita che gli faceva male agli occhi. Poi mise il sughero a bagno, in una ciotola che nascose: zio Ulpiano non doveva accorgersi di nulla: o meglio era lui che amava compiere in segreto, come un sortilegio, la sua opera misteriosa.

Due giorni e due notti ci pensò: di notte sognava di fabbricare strani amuleti di ocra e di pietra, o di trovare fra le rovine, antichissime armille e scatolette d’osso lavorato.

Durante uno di questi sogni gli balzò in mente l’idea netta di quello che do-