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Adesso egli recitava le sue strofe d’amore come preghiere, sebbene in quell’amen ci mettesse un po’ d’ironia, verso il destino e verso sé stesso: poiché l’uomo che veramente ama non dispera che alla superficie della sua anima.

Col suo coltello a serramanico, puntuto e arrotato come uno stiletto, egli dunque spaccò l’orlo della tazzina, poi ne ritagliò intorno un pezzo, in modo che la ridusse non più alta di tre centimetri: dal quadratino del sughero ricavò infine il tappo, che levigò e disegnò ricopiando quello che formava il fondo della tazza.

Ridotta così, questa non era più che una scatoletta alquanto ovale, che adesso bisognava decorare.

Altri due giorni egli impiegò per finire l’opera. Trovò il modo di scavare il tappo e farlo aderire attaccato alla sca-

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