Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 220 — |
— E allora, dimmi, perché tieni il sacco sempre pronto per andartene?
— Perché volevo giusto andarmene.
— Volevi? E adesso non vuoi più? Perché?
— Dipende da voi. Io sono rimasto per riconoscenza, perché vedevo che c’era bisogno di me: e aspettavo che me lo diceste voi, di andarmene.
— Ebbene, sì, è giunto il momento: vattene.
Luca impallidì, di sdegno, ma ancora più di passione, e sopratutto di orgoglio. Tuttavia disse, calmo:
— Era meglio che me lo diceste prima di oggi, di andarmene. Sì, zio Ulpiano, me ne vado: ma se Dio vuole tornerò, e presto.
— Tu non tornerai mai più in casa mia, Luca. Io non ti voglio male, e ti auguro anzi ogni bene. Va, torna da tua madre, e rimani una buona volta in casa tua, finché la patria e il destino non ti chiamano. E sopratutto non pensare più a tornare qui.
— Ma, infine, si può sapere che male vi ho fatto e perché il vostro affetto s’è mutato in rancore? Anche l’altra volta...