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gli occhi dolci languenti: e la madre di lei gli preparò da mangiare con premura ed abbondanza, come si trattasse non di un servo ma di un ospite.
Poi tentarono a più riprese di interrogarlo, di fargli raccontare le sue molte sventure, ma senza insistere, poiché egli non pareva disposto a chiacchierare con loro; anzi non nascondeva la fretta che aveva di andarsene, e badava solo a mangiare, sebbene non col solito appetito, senza neppure sollevare gli occhi.
Ripartì che non sapeva com’erano le fisionomie delle nuove padrone; ricordava solo, confusamente, quella di Gonaria, scura, mascherata di dolore.
Per Pasqua, il vecchio gli domandò se voleva andare a confessarsi e comunicarsi: egli rispose con tristezza calma:
— Se vi fa piacere ci vado; ma io non credo più a queste cose.
Zio Ulpiano fu per fargli una predica; poi, considerato che, certo, in quell’occasione, Luca doveva ricordare con maggior pena il bene perduto e l’ingiustizia della sorte, gli domandò solamente se credeva in Dio.
— Non ci penso: mi fa paura, a pensarci.