Pagina:Deledda - Il vecchio e i fanciulli, Milano, Treves, 1929.djvu/90

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passa la fanciulla e si piega con sorpresa e con gioia a raccattare il prezioso gioiello: il mostro balza fuori e la trascina nella sua fatale dimora.

L’anello che zio Ulpiano toccò dapprima con timidezza diffidente, poi tirò su con forza per provare se la lastra si sollevava e sotto ci fosse qualche apertura, era troppo grosso, scrostato e arrugginito, per essere l’anello dell’orco; tuttavia la pietra tentennò, ma per quanti sforzi il vecchio facesse non riuscì a sollevarla.

Egli tornò alla capanna, col proposito di ridiscendere con un badile che lo aiutasse nell’opera; poiché aveva l’impressione che sotto la lastra si aprisse l’entrata di un nascondiglio, e che Luca fosse là dentro; poi decise di aspettare e vigilare.

Otto notti di seguito vigilò, con un senso di rabbia e di attesa, non scevro di paura; ma paura dell’ignoto, del sovrannaturale. Da mezzo secolo che era proprietario del luogo e vi abitava quasi tutto l’anno, mai gli era capitata una vicenda simile. Tutti lo rispettavano e rispettavano la sua roba, perché era un uomo onesto, e di solito vengono deru-