Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/245

Da Wikisource.

— 235 —

merite famiglie, uno di quei giovanetti negri o gialli, neofiti ardenti e convinti, bisognosi di soccorso materiale e morale.

— Il mio Adone è contrario, si capisce. Anche lui è uno di quelli che ride di queste cose. E poi i tempi sono difficili, ed i primi ad aver bisogno di aiuto siamo noi. Ma non mancano le anime generose. (Adesso mi domanda il permesso di affittare la camera, — pensa la signora Noemi, ritornando alla realtà). Ma vedrà, donna Noemi, vincerò io: con qualche sacrificio, con pazienza, con buona volontà, farò tutto da me. Pensi, contribuire io povera donna, povero vecchio bastimento naufragato, a un’opera di bene così grande come lo spandersi della religione di Cristo nelle più lontane regioni della terra! Pensi.

Sì, la signora Noemi ci pensava: era un modo come un altro di illudersi, di passare il tempo: così avrebbero detto gl’inquilini del palazzo, di ritorno dalle loro gite domenicali: ma loro, dopo tutto, che cosa avevano fatto?


Solo Pierina, al suo ritorno, non pareva contenta della sua gita: anzi aveva, nel viso impallidito, negli occhi mortificati e feroci, l’aria di un