Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/172

Da Wikisource.

— 164 —

giorni, dopo Pasqua. Andavo su e giù e mi pareva di ammattire. Tutto mi girava attorno e avevo come delle allucinazioni. Il giorno di Pasqua, ricordi, il giorno della prima visita di Stefano, ho veduto l’altro passare nella strada; di mattina, l’ho veduto, e poi di sera, mentre stavate tutti a chiacchierare nella stanza da pranzo. Egli passava nella strada. Era vestito di chiaro con un cappello verde; l’ho sempre davanti agli occhi così, eppure ho l’impressione di aver sognato.

Mikedda s’era messa in ginocchio sull’erba, con gli occhi spalancati e le mani giunte; dimenticava la sua pena nell’ascoltare ancora una volta le confidenze della piccola padrona; e questa proseguì come leggendo qua e là nel libro la sua storia:

— Dunque, io mi avvicinai alla finestra e lo vidi. La mattina non mi aveva neppure guardato: adesso ero io a non volerlo guardare; ma le lagrime mi riempivano gli occhi, e d’un tratto sentii che egli si fermava e mi guardava; gli occhi gli brillavano come stelle. Allora, non so come, mi trovai sulla porta con lui. Mi prese la mano e, per un momento, io pensai di fuggire con lui. Poi tornai dentro. E non l’ho più veduto, non ho più saputo nulla di lui. Adesso mi pare sia