Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/152

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— E non lo siamo, giovani? Non lo sente, che lo siamo?

Gli occhi di lei si velarono di lagrime, per la rivelazione di questo mistero: era viva, dunque, viva e giovane e bastava sollevare il viso per bere finalmente alla coppa del piacere: e tutti i beni della terra la circondavano.

— Piange? — egli disse con lo stupore quasi pauroso di un bambino che vede una cosa bella ma sconosciuta. — Perchè piange? No, non faccia così: mi fa soffrire.

Ella piangeva forte, senza singhiozzi, senza nascondersi, quasi con gioia, come l’albero che al passare del vento si scuote della pioggia che lo ha rinfrescato: e invero, alla lieve carezza della mano di lui, che le sfiorava i capelli e scendendo sulla nuca premeva senza volerlo il fermaglio della collana, aveva l’impressione che questa si sciogliesse e le perle corressero sul suo corpo illuminandolo.

— Basta, adesso; sia buona, — egli insistè con accento di sofferenza.

— Mi lasci piangere; mi fa bene: non