Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/246

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di carità, o anche di amore, andando ad assistere quell’uomo, va pure: quello che ti impedisco è di vendere, in qualunque modo, i tuoi sentimenti, e tanto meno di farlo per me.

Madre.

E se io avessi piacere di farlo? Se io pensassi che la vita è dura, che tu sei giovane e sostenuta solo dal tuo orgoglio; che un giorno, vinta, potresti rimproverarmi di averti dato ascolto? Io sono avanti di te, bambina mia, e vedo più lontano. Arriva un giorno in cui si è stanchi e si vede tutta l’inutilità di quelli che ci son parsi sacrifizi ed eroismi ed erano solo atti di orgoglio, o fatti di pura poesia.

Figlia.

La poesia è lo spirito della vita: e sì, io che voi dite così dura e senza cuore, forse non parlo che per la paura di perdere i miei sogni. Che cosa più bella nella nostra povertà? E la povertà stessa? E la libertà che abbiamo? Che cosa faresti tu, mamma, tolta a questa tua umile ma piena vita, a queste stanzette che tu lisci e ripulisci come il tuo stesso vestito; quando tu non avresti