Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/93

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smarrimento vertiginoso come quello che doveva aver provato il muratore nel precipitare dall’alto, gli vuotò il cervello: la sua figura si piegò, il viso si decompose: si ricompose subito, però, si sollevò a guardare quello della donna, pauroso di lei.

Ella non lo guardava. Allora egli si esaminò rapidamente: sentì di essere come un viandante che arrivato ad un posto comodo dove finalmente ci si può riposare, è invece costretto a rimettersi subito in viaggio: e gli parve di essere giocato da quella donna pallida e fredda, che non lo guardava per fargli intendere che vedeva tutto dentro di lui; giocato come il sogno dalla realtà: ma l’istinto della vendetta e della difesa gli riaccese le forze e gli riadattò meglio la maschera sul viso.

— Io amo la signorina, — disse con voce dura, — e non tengo conto della sua origine nè delle sue condizioni materiali. Mi dispiace solo ch’ella abbia creduto necessario di mettersi, per piacermi di più, un vestito che non era il suo. Il nome no, speriamo.