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I.


La sera del Natale ortodosso Regina ed Antonio andarono dalla principessa. Li accompagnava una piccola signorina bionda, modestamente vestita di nero. Era Gabrie, la figlia del maestro, che aveva raggiunto il suo sogno di frequentare la Scuola di Magistero.

Coraggiosamente, da due mesi ella viveva di studio e di privazioni, in una cameretta in via San Lorenzo, presso la famiglia d’un suonatore ambulante, il quale un tempo era stato organista nel paese di Regina.

Per dire il vero ella aveva rifiutato l’ospitalità offertale dai Venutelli; solo frequentava la loro casa, si lasciava qualche volta condurre a teatro, e quella sera aveva accondisceso di recarsi da madame Makuline, così, per curiosità più che per altro. Voleva veder da vicino una ricca signora e descriverla poi alla sua amica nobile di Sabbioneta. Ingenuamente, o ironicamente (Regina non riusciva ancora a capire se Gabrie era ingenua o maligna) diceva:

— Voglio far stizzire quella signorina; le ho già mandato delle cartoline illustrate con fotografie della caccia alla volpe: la caccia alla volpe, sopratutto, gli automobili e le grandi dame, ecco gli ideali di quella ragazza.