Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/233

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Incoscientemente? No. Antonio s’era rattristato, quella sera, vedendo la donna: egli doveva allora sentire tutto il disgusto del desiderio di lei. Ma un giorno abbominevole era poi giunto... La moglie era fuggita, rimproverandogli la sua povertà, ed egli, cieco, umiliato e vinto, si era venduto.

Ed il ricordo più insistente di Regina, quello che meglio le rivelava l’orrore del fatto compiuto, era appunto l’arrivo di Antonio a Casalmaggiore, il viaggio lungo l’argine, l’impressione strana da lei provata nel rivedere il marito.

Tutto ora le appariva chiaro. Ecco perchè egli era mutato; ecco perchè i suoi baci erano disperati, quasi crudeli. Egli tornava a lei contaminato, fremente di angoscia come una fanciulla che s’è appena venduta a un lurido vecchione. Egli l’aveva baciata così per amore e per vendetta; per contaminarla dell’infamia ch’ella gli faceva commettere, e per dimenticare la stessa infamia.

Dopo... Dopo egli s’era forse abituato. Ci si abitua a tutto: anch’ella s’era abituata... S’abituerebbe ancora? Una frustata non l’avrebbe scossa di più di quest’idea. Balzò in piedi, percorse il viale ed entrò nel giardinetto quasi deserto, già sonnolento, ombreggiato appena dal velo delicato degli alberi rinascenti. La balia non c’era più. Automaticamente Regina uscì dall’altro cancello e si fermò sotto gli elci tutti spruzzati dall’oro pallido delle foglie nuove. Era quasi mezzogiorno. Doveva tornare a casa? Non era veramente questo il momento e il caso di fuggire sul serio, di non rientrare nella