Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/246

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Uscita la balia, Regina vagò un po’ qua e là per l’appartamento silenzioso. Che fare? che fare? Ella non sapeva cosa fare, Avrebbe dovuto uscire, far visita a una signora che aveva conosciuto da madame Makuline; ma la sola idea di vestirsi, di andare in un salotto ove le signore si sedevano in circolo e discutevano a lungo, gravemente, sulla forma allarmante che assumevano le maniche degli ultimi figurini, la riempirà di tristezza.

Che fare? Che fare? La noia, o almeno un sentimento che ella voleva far credere a sè stessa fosse noia cominciò ad opprimerla. Ella non ricordava più che cosa aveva fatto fino al giorno innanzi per non annoiarsi, ma ricordava che una volta nel primo anno di matrimonio, si annoiava così.

Come era passato quel tempo? Quali grate occupazioni le avevano fatto dimenticare il trascorrere della vita? Nulla; soltanto era stata felice.

— Ma che, sono forse infelice, ora? Per una sciocchezza! — pensò, sedendosi presso la finestra della sua camera, e prendendo a cucire una sottanina della bimba. — Ma anche allora mi rattristavo per delle sciocchezze.

Cucì per cinque o sei minuti. Il silenzio della camera, la luce quieta e un po’ melanconica del meriggio, e quello stesso rumoreggiare lontano di conchiglia immensa che arrivava nel tepore dell’aria, le diedero una dolcezza vaga di sonno. Il male pareva cessato. Altri minuti passarono.