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una realtà? Sotto la purezza infinita del cielo era poi vero si commettesse nel mondo tanto male?


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Ma quando ella tornò a casa, l’incubo la ricacciò sotto di sè, di nuovo vincitore in quella lotta nella quale Regina era troppo spesso la più debole.

Antonio sarebbe dovuto ritornare con l’ultimo treno: non ritornò, e neppure mandò un telegramma per rassicurare sua moglie. Ella attese fino a mezzanotte; poi andò a letto, ma passò una notte agitata, anche perchè era la prima volta che dormiva sola nel letto coniugale.

La mattina per tempo si fece portare Caterina a letto. La bambina, in camicino, sedette sul cuscino e parve inquieta per l’assenza del padre.

— Papà? — domandò.

— Papà non c’è, verrà presto, presto, presto. Còricati, ora; giù! Dammi il piedino, il piedino mio: quest’altro è di papà? Bene, glielo darai quando viene, — disse Regina tirando giù la bambina, la quale, quando c’era Antonio a letto, usava dare un piedino alla mamma e l’altro al papà: e le prese ambi i piedini; ma Caterina volle tener libero quello del papà, poi toccò col ditino roseo il merletto della camicia di Regina.

Ti è to? — domandò.

Questo è tuo? — tradusse Regina. — Sì, è mio, sì! E questa piccola Caterina di chi è?