Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/50

Da Wikisource.

— 40 —

— E a che serve avere gli occhi, allora? — disse Gaspare.

— Sì, a che serve? Tanto c’inganniamo lo stesso! — ella rispose; ma Gaspare parve non capire, e si contentò di sputare fuor della carrozza, pensando che le donne sono tutte o pazze o civette.

Fin da quel giorno egli mise Regina nella «valanga», — espressione sua, — delle donne pazze, con Arduina, la serva ed altre donne di sua conoscenza. Un intenso disprezzo reciproco regnò per tutta la vita fra i due cognati.

Durante la colazione, che la signora Anna disse «pronta, pronta, pronta», mentre si fece aspettare più di mezz’ora, Regina dovette minutamente raccontare alla suocera tutto ciò che aveva veduto. I tre fratelli, intanto, discutevano di politica con idee abbastanza disparate: Gaspare era un forcajuolo della più bell’acqua, intransigente e crudele; Massimo socialista tolstojano, nemico dell’esercito quanto il fratello era nemico della libertà e delle donne; Antonio liberale, un tantino opportunista.

La signora Anna s’immischiava in modo affatto speciale nelle discussioni dei suoi tre figliuoli: se, per esempio, si faceva il nome d’un uomo politico, ella tirava fuori la storia del matrimonio o nominava l’amante del personaggio in questione: e pareva molto bene informata.

Dopo colazione Regina si ritirò, si coricò e s’addormentò. Quando si svegliò sentì che pioveva ancora, dirottamente; e di nuovo, nel ritrovarsi sola su quel gran letto duro, sotto quel soffitto grigio, nella penombra cupa della ca-