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Seconda. 87

arrivino a conoscere l’impossibilità di potersi sottrarre con la forza dalla suggezione della cavezza, e restino convinti, che lo sforzo che fanno, non apporta loro, che un inutile strapazzo e pregiudizio: e perchè non ricevendo dal Garzone che carezze e servitù, non abbiano luogo di pigliarsela che con il palo, che a loro resiste; così saranno obbligati a pigliare affetto a chi da esso gli libera, e dal quale hanno ricevuto sempre carezze, assistenza, e governo.

Si conducano questi a bere a mano, con la solita avvertenza di fermargli semprechè fanno qualche spaglio, o tentativo di scappare, per far loro carezze ed acquietarli con voce lusinghevole, e si riconducano pure a mano in stalla appartata degli altri, per evitare che questi non sieno messi in scompiglio; ivi si lascino in libertà, fino a tanto che non si sieno adattati a star fermi al palo, poichè allora si possono tener legati anche in stalla, e per assicurarsi che non segua inconveniente alcuno nella notte, per qualche paura presa d’un gatto, o di qualche topo, che possa passare a traverso alla mangiatoja o rastregliera. Nelle prime sere che stanno legati sì questi, che tutti gli altri, avverta la guardia prima di andare a letto di dare una scorsa per tutta la Scuderia, e sciolga i cappi di tutti i venti delle cavezze, senza rimuoverli dal loro luogo, a solo oggetto, che se al Puledro nella notte oc-


cor     -